Si è concluso il confronto tra Ministero dell’Istruzione e sindacati sulla prossima Ordinanza che disciplinerà l’aggiornamento delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze. L’incontro, molto atteso dal personale precario, ha messo in luce alcune aperture politiche e segnali di revisione che potrebbero incidere in modo significativo sulle procedure di nomina per il biennio 2026/2028.
Ripescaggi: il Ministero valuta un cambio di passo
Uno dei nodi principali riguarda il cosiddetto “ripescaggio”, cioè la possibilità di sanare esclusioni generate da errori formali o interpretazioni rigide dei requisiti. L’Amministrazione ha riconosciuto che l’attuale impianto, soprattutto in relazione all’algoritmo introdotto con l’O.M. 81/2022, ha prodotto un contenzioso enorme e situazioni di evidente disparità.
La disponibilità emersa va nella direzione di un algoritmo meno rigido, capace di correggere anomalie e recuperare aspiranti con punteggi elevati rimasti fuori unicamente per questioni formali. Resta ancora incerto, invece, se sarà consentita una “seconda esecuzione” dell’algoritmo per gli esclusi del primo turno: ipotesi al momento non confermata.
Servizio 2024/2025: garantita la piena valutazione
Altro tema decisivo è la valutazione dell’anno scolastico in corso. L’eventuale anticipazione della finestra temporale per presentare le domande rischiava di penalizzare chi sta prestando servizio nell’a.s. 2024/2025.
Il Ministero ha assicurato che sarà possibile dichiarare il servizio “con riserva” e che questo verrà comunque valutato fino al 31 agosto, replicando un modello già utilizzato nel passato. La presentazione della domanda e il completamento effettivo dell’anno di servizio saranno quindi slegati, così da evitare perdite di punteggio.
Frazionamento delle cattedre da GI: verso una maggiore flessibilità
Le organizzazioni sindacali hanno insistito affinché le scuole possano frazionare le cattedre disponibili da Graduatorie di Istituto, così da favorire il completamento orario dei docenti e garantire maggiore efficienza nella gestione degli spezzoni.
Su questo punto il Ministero ha manifestato apertura: la possibilità di “ritagliare” spezzoni da una cattedra intera darebbe a molti docenti la chance di completare l’orario e offrirebbe alle scuole più margine organizzativo. Attualmente, chi accetta un piccolo spezzone rischia di rimanere vincolato, senza opportunità di completamento in assenza di ulteriori disponibilità compatibili.
Segreterie scolastiche: atteso un sostegno economico
La valutazione delle domande GPS potrebbe ricadere sulle scuole polo, con un carico amministrativo importante. Il Ministero ha riconosciuto che si tratta di un’attività straordinaria e intende reperire risorse dedicate per retribuire personale amministrativo con straordinari o progetti specifici. Un riconoscimento atteso da anni, che potrebbe garantire tempi più certi e una gestione più accurata delle procedure.
Sostegno e ITP: sanata la disparità di trattamento
Viene inoltre superata la storica differenza tra docenti laureati e ITP (Insegnanti Tecnico Pratici) per la valutazione del titolo di specializzazione sul sostegno. A parità di percorso — il TFA — la valutazione sarà identica, indipendentemente dal titolo di accesso. Un chiarimento che ristabilisce un principio di equità formativa e professionale.
Titoli: basta ai percorsi “facili”, arrivano criteri più severi
La riforma interviene in modo deciso sulla qualità dei titoli valutabili. Solo le certificazioni informatiche rilasciate da enti accreditati Accredia e conformi al framework europeo DigComp saranno riconosciute.
Non sarà più possibile accumulare punteggio tramite percorsi privi di reale valore formativo: l’obiettivo è contrastare il fenomeno dei cosiddetti “titoli a pagamento”. Resteranno invece validi i titoli già conseguiti, poiché la norma non avrà effetto retroattivo.
Ulteriore strettoia riguarda i percorsi linguistici, come il CLIL: saranno riconosciuti esclusivamente se rilasciati da Università o Istituzioni AFAM.
Sanzioni: due anni fuori dalle supplenze in caso di rinuncia o abbandono
È questo il punto più controverso della riforma. L’abbandono del servizio o la rinuncia a una nomina al 31 agosto o 30 giugno comporteranno l’esclusione da tutte le tipologie di supplenza — annuali, fino al 30 giugno e brevi — per l’intero biennio 2026/2028, sia da GPS sia da GI.
L’intento è garantire continuità didattica, ma le conseguenze sociali sono pesanti: molti docenti rinunciano non per volontà, ma per impossibilità economica. Con gli stipendi attuali, trasferirsi in città dove l’affitto supera lo stipendio è insostenibile; eliminare anche il “paracadute” delle supplenze brevi da GI rischia di condannare i precari alla disoccupazione forzata.
I sindacati chiederanno una mediazione, magari limitando la sanzione alla sola classe di concorso coinvolta o salvando quantomeno le supplenze brevi da GI.
In attesa del testo definitivo
L’Ordinanza è ora in fase di stesura tecnica e sarà oggetto di un ulteriore confronto con le parti sociali. L’obiettivo è rendere operative le nuove GPS nei primi mesi del 2026.
Una cosa è certa: la prossima domanda GPS non sarà un adempimento formale, ma una scelta vincolante. Il Ministero chiede responsabilità e stabilità; i docenti, per contro, chiedono condizioni di lavoro che rendano possibile accettare gli incarichi. La sfida, ancora una volta, sarà trovare un equilibrio.








