Il Ministero dell’Istruzione e del Merito si prepara a varare l’Ordinanza e il Decreto ministeriale che disciplineranno il prossimo aggiornamento delle Graduatorie provinciali per le supplenze (GPS), valido per il biennio 2026/2028. La nuova proposta normativa ruota intorno a due direttrici principali: accelerazione delle procedure e innalzamento degli standard qualitativi dei titoli valutabili. Un’impostazione che, se da un lato punta a garantire maggiore trasparenza, dall’altro ha già aperto un fronte di confronto acceso con le organizzazioni sindacali.
Il Ministero valuta l’ipotesi di anticipare la finestra di aggiornamento delle GPS, così da permettere alle scuole di avere graduatorie operative già a settembre. Una scelta che risponde alle esigenze di continuità didattica, ma che potrebbe penalizzare una parte significativa dei supplenti, impossibilitati – con una scadenza troppo anticipata – a raggiungere i 180 giorni necessari all’attribuzione del punteggio massimo di servizio annuale.
La vera novità riguarda la stretta sui titoli culturali.
Il Ministero prevede di riconoscere, per il futuro, solo certificazioni rilasciate da enti accreditati Accredia e costruite sui framework europei DigComp e DigComp Edu.
Le certificazioni già conseguite manterranno la loro validità, ma per quelle nuove il cambio di paradigma è netto: punteggio soltanto ai titoli che rispondono a standard tecnici verificabili.
Stretta anche sui percorsi linguistici: i titoli CLIL e CeCLIL saranno riconosciuti esclusivamente se conseguiti presso università.
Per gli Insegnanti Tecnico-Pratici, arriva un correttivo importante.
La nuova bozza elimina la storica penalizzazione relativa al punteggio della specializzazione sul sostegno: il titolo verrà valutato come quello dei docenti laureati. Un intervento che sana una sproporzione che per anni ha limitato l’accesso degli ITP alle posizioni più alte delle graduatorie.
La proposta ministeriale interviene anche sulle tabelle di valutazione dei titoli di studio, incrementando il punteggio attribuito ai percorsi di terzo livello: 14 punti per il dottorato, 13 per l’assegno di ricerca.
Le organizzazioni sindacali contestano una scelta ritenuta sbilanciata perché:
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si crea un’eccessiva distanza tra punteggio per titoli accademici e punteggio per servizio prestato;
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non si riconosce adeguatamente il valore delle ulteriori specializzazioni sul sostegno, che hanno ricadute dirette sulla qualità dell’inclusione scolastica;
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si perpetua una struttura complessa e poco lineare delle tabelle, invece di procedere a una vera semplificazione.
La bozza conferma:
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l’iscrizione con riserva in I fascia per chi conseguirà abilitazione o specializzazione entro il 30 giugno 2026;
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la possibilità, per i docenti con titolo estero inseriti con riserva, di transitare nei percorsi INDIRE e ottenere supplenze dalla I fascia a pettine.
Il punto più controverso è però l’inasprimento delle sanzioni per rinuncia o abbandono: il Ministero propone la cancellazione dalla GPS per l’intero biennio.
I sindacati la giudicano una misura sproporzionata, chiedendo che venga sempre valutata la motivazione del docente e che resti garantita la possibilità di rispondere alle chiamate dalle Graduatorie di istituto.
Contestualmente chiedono la modifica dell’algoritmo di assegnazione, con l’introduzione di un meccanismo di ripescaggio: chi non ottiene una cattedra al primo turno per mancanza di disponibilità non dovrebbe essere considerato rinunciatario, e la sua candidatura dovrebbe essere rivalutata qualora emergano nuovi posti nelle preferenze espresse.
Le nuove norme imporranno agli Uffici scolastici territoriali di aggregare gli spezzoni.
Ma i sindacati chiedono:
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di esplicitare la possibilità di completare l’orario tramite frazionamento di cattedre intere dalle Graduatorie di istituto;
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che anche gli spezzoni inferiori a 6 ore siano considerati dagli UST, come richiesto dallo Snals.
Il tema tocca il diritto contrattuale al completamento orario e incide direttamente sulla stabilità lavorativa dei supplenti.
La proposta entrerà ora nella fase politica del confronto con i sindacati.
Successivamente passerà al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, chiamato a esprimere il parere obbligatorio. Solo dopo questi passaggi il Ministro potrà firmare l’Ordinanza definitiva.
Il quadro che emerge è quello di una riforma che ambisce a elevare la qualità dei titoli valutabili e a rendere più efficiente il sistema delle supplenze, ma che dovrà trovare un equilibrio tra rigore, semplificazione e tutela dei docenti precari.







