La Carta del Docente è stata introdotta con la legge 13 luglio 2015, n. 107 (la cosiddetta «Buona Scuola») al comma 121 dell’art. 1, come contributo annuo – tradizionalmente pari a 500 € – destinato ai docenti di ruolo per formazione, aggiornamento professionale, testi, materiali digitali, hardware e software.

Nel corso degli anni, numerosi interventi giurisprudenziali e legislativi hanno ampliato la platea dei beneficiari, modificato le modalità di utilizzo e posto limiti e nuove regole al bonus.
Con la legge di bilancio, e più in particolare negli emendamenti attualmente all’esame parlamentare per la manovra 2026, si profila una ulteriore svolta nella disciplina della Carta. 

Le novità principali all’orizzonte

Alcune delle modifiche più rilevanti riguardano sia la platea dei destinatari sia le finalità di spesa della Carta.

1. Estensione ai supplenti e al personale ATA
Finora la Carta spettava ai docenti di ruolo; la normativa più recente ha previsto l’inclusione dei supplenti annuali fino al 31 agosto e – con emendamenti in discussione – anche del personale ATA. In particolare, l’emendamento 105.8 propone l’attribuzione della Carta anche al personale ATA.

La ratio è quella di superare una disparità di trattamento tra docenti di ruolo, supplenti e ATA, e valorizzare la formazione di tutto il personale della scuola.

2. Importo e modalità di calcolo variabili
A partire dall’a.s. 2025/26, l’importo della Carta non è più rigidamente fissato a 500 €, ma sarà determinato annualmente — tramite decreto interministeriale (Ministero dell’Istruzione e del Merito + Ministero dell’Economia e delle Finanze) — in funzione delle risorse disponibili e del numero effettivo di aventi diritto.

Ciò implica che l’importo effettivo potrebbe risultare inferiore ai 500 €, in ragione dell’ampliamento della platea e della necessità di copertura finanziaria.

3. Acquisto di hardware e software: limiti e nuove regole
Uno degli aspetti più dibattuti riguarda la spesa per dispositivi tecnologici (computer, tablet, software, licenze). Fino ad ora, la Carta consentiva l’acquisto ogni anno. Con le modifiche previste, l’acquisto di hardware e software sarà consentito una sola volta ogni quattro anni.

Tuttavia, gli emendamenti in discussione mirano ad abolire tale limite quadriennale (emendamento 105.20). 

Le argomentazioni a favore dell’abolizione sostengono che l’innovazione tecnologica e la didattica digitale richiedono maggiore flessibilità; le argomentazioni contro evidenziano la necessità di razionalizzare la spesa pubblica evitando acquisti ricorrenti non strategici.

4. Tempistiche, residuali e riattivazione
La piattaforma della Carta del Docente sarà riattivata per l’anno scolastico 2025/2026 a partire da gennaio 2026.

Per l’a.s. 2024/25 è stato sbloccato il residuo della Carta solo per le somme residue.  

Le nuove modalità d’uso terranno conto delle estensioni della platea e delle modifiche normative già approvate o in via di approvazione. 

Implicazioni per le scuole e il personale scolastico
 
Le modifiche normative in corso comportano una serie di riflessioni operative per dirigenti scolastici, docenti e personale ATA.
 
Pianificazione della spesa: se l’acquisto di hardware/software è soggetto a vincolo quadriennale (o se il vincolo viene abolito), il docente o l’ATA deve valutare con anticipo le proprie esigenze tecnologiche e formativi.
 
Estensione beneficiari: l’eventuale includere il personale ATA nella Carta impone alle scuole di aggiornare le comunicazioni interne, verificare la piattaforma e informare il personale del proprio diritto.
 
Importo variabile: dal momento che l’importo non è più garantito a 500 €, ciascun beneficiario deve considerare l’ipotesi di un importo inferiore e aggiornarsi tempestivamente sulle disposizioni del Ministero.
 
Documentazione e rendicontazione: con le modifiche, le scuole dovranno prestare particolare attenzione alla fatturazione, alla tracciatura dei buoni spesa e alla corretta imputazione delle spese sull’apposita piattaforma della Carta del Docente.
 
Formazione e didattica: la Carta, anche con l’ampliamento delle tipologie di spesa (ad esempio trasporti, come indicato in alcune comunicazioni ministeriali) può essere gestita come parte integrante della strategia formativa della scuola, non solo come “bonus individuale”.
 

Criticità e punti di attenzione

  • Equità fra categorie: l’estensione al personale ATA è un passo nella direzione dell’equità, ma occorre definire chiaramente i criteri di accesso, la durata del servizio e le modalità operative.

  • Risorse finanziarie: l’ampliamento della platea dei beneficiari e la flessibilità degli acquisti richiedono adeguate risorse aggiuntive. Il rischio è che l’importo individuale si riduca se le risorse restano invariate.

  • Innovazione tecnologica vs. razionalizzazione della spesa: limitare l’acquisto di hardware ogni quattro anni può apparire in contrasto con il rapido evolversi della tecnologia e la necessità di dotazioni aggiornate per la didattica digitale. La proposta di abolizione del limite riflette questo dilemma.

  • Attuazione amministrativa: la complessità operativa – estensione della piattaforma, nuove categorie di beneficiari, nuove modalità di spesa – richiede un’efficace comunicazione e supporto tecnico alle scuole.

 

Spunti per azione per il docente e l’ATA

  • Verificare tempestivamente sulla piattaforma della Carta del Docente la propria posizione: se rientro nella platea ampliata (supplente annuale, personale ATA), preparare i documenti necessari.

  • Valutare con attenzione l’utilizzo del bonus: se si intende acquistare hardware o software, decidere se convenga farlo nell’anno in cui si può oppure attendere, alla luce della regola quadriennale (o della sua possibile abolizione).

  • Tenersi aggiornati sulle disposizioni ministeriali e sul decreto interministeriale che fisserà l’importo per l’a.s. 2025/26.

  • Includere la Carta all’interno del proprio piano di formazione professionale, integrandola con il percorso della scuola, i corsi e le iniziative didattiche che si intendono seguire.