Una recente sentenza del Tribunale di Lucca Sentenza n. 447-2024 ha fatto chiarezza su un tema delicato: l’onere della prova nei procedimenti disciplinari che coinvolgono gli insegnanti. Vediamo i punti principali, le implicazioni pratiche, e che cosa significa questo orientamento per il personale scolastico e per l’amministrazione.

Un insegnante, che ricopriva anche ruoli sindacali interni (RSU e RLS), veniva sanzionato dall’amministrazione scolastica con l’accusa di avere fatto affermazioni lesive dell’onore dell’istituto. L’amministrazione sosteneva che tali dichiarazioni avessero compromesso la dignità e la reputazione della scuola.

Da parte sua, il docente non negava di aver criticato le condizioni del lavoro e dell’apprendimento nell’istituto, ma rigettava con forza l’accusa di offendere l’onore dell’istituzione scolastica. Sosteneva di aver espresso critiche in un contesto di relazioni tese con la dirigenza, ma non di aver commesso atti realmente diffamatori o lesivi.

Il Tribunale ha stabilito quanto segue:

  • Onere della prova: spetta esclusivamente all’amministrazione scolastica dimostrare la fondatezza degli addebiti disciplinari contestati. È responsabilità dell’ente provare che sussistano i fatti che giustificano la sanzione.

  • Carenza probatoria: nel caso preso in esame, l’amministrazione non è riuscita a dimostrare in modo convincente che le affermazioni del docente fossero tali da pregiudicare l’onore dell’istituto.

  • Consequenze legali: la sanzione è stata annullata. Il docente ha ottenuto non solo il ristoro economico relativo al periodo della sospensione, ma anche quanto gli sarebbe spettato nei benefici economici (come la carta docente) che non ha potuto utilizzare a causa della sanzione.

  • Spese legali: il Tribunale ha condannato l’amministrazione al pagamento delle spese di giudizio.

L’orientamento riconosce che la critica sindacale, specie se espressa nell’ambito delle funzioni di rappresentanza (RSU/RLS, ad esempio), deve essere attentamente valutata: non ogni critica può essere considerata lesiva dell’onore, soprattutto se serve a segnalare condizioni di lavoro o disfunzioni organizzative. Le scuole e le amministrazioni scolastiche dovranno curare particolarmente la fase istruttoria prima di emettere sanzioni: ogni addebito deve essere documentato, verificabile, con prove chiare e precise. Se una sanzione viene annullata, il personale coinvolto ha diritto non solo al ripristino della propria posizione economica, ma anche ai benefici accessori sospesi o negati. Ciò può includere elementi come la carta docente, permessi, o altri incentivi collegati al servizio. La sentenza può costituire un riferimento importante per casi analoghi: insegna che non basta affermare che un comportamento sia lesivo, ma occorre dimostrarlo concretamente.

La decisione del Tribunale di Lucca riafferma un principio fondamentale: chi accusa paga il prezzo di dimostrare l’addebito. Nel contesto scolastico, questo principio tutela l’equilibrio fra autorità e libertà educativa, garantendo che le sanzioni non diventino strumenti arbitrari.

Per il personale docente, rappresenta una tutela significativa contro sanzioni infondate; per l’amministrazione, un invito a maggiore rigore, trasparenza e correttezza procedurale.