Con il provvedimento dirigenziale n. 385/2025, l’Istituto ___ (registro di protocollo) ha disciplinato la costituzione e convocazione dei Gruppi di Lavoro Operativi per l’inclusione (GLO) e le procedure di redazione, aggiornamento e approvazione dei Piani Educativi Individualizzati (PEI), ai sensi del D.Lgs. 66/2017 e successive modifiche e integrazioni, nonché del Decreto Interministeriale 182/2020 come recentemente novellato dal D.I. 153/2023.

Si tratta di un atto apparentemente ordinario, ma in realtà rivelatore di una tendenza significativa: la necessità di ricondurre le pratiche scolastiche in materia di inclusione a forme procedimentali più rigorose, dopo anni in cui la normativa era rimasta sospesa tra innovazioni parziali e contenziosi.

Il D.Lgs. 66/2017, attuativo della Legge 107/2015 (“Buona Scuola”), ha definito la nuova architettura dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, sostituendo il vecchio concetto di “integrazione” con quello di inclusione partecipata.

L’articolo 9 del decreto, come modificato dal D.Lgs. 96/2019, istituisce il Gruppo di Lavoro Operativo per l’inclusione (GLO), quale organo collegiale tecnico-progettuale responsabile della stesura e dell’aggiornamento del PEI.

Con il D.I. 182/2020, poi parzialmente sospeso e definitivamente aggiornato dal D.I. 153/2023, sono stati approvati i modelli nazionali di PEI e definite le modalità operative di convocazione, redazione e approvazione.
Il decreto 153/2023 ha recepito le osservazioni del Consiglio di Stato, garantendo maggiore flessibilità nella composizione del GLO e più chiara correlazione tra profilo di funzionamento, obiettivi, sostegni e risorse assegnate.

A prima vista, potrebbe sembrare una semplice direttiva interna; in realtà, rappresenta un tassello essenziale nella ricostruzione di una cultura amministrativa dell’inclusione, spesso sacrificata negli ultimi anni tra adempimenti frammentari e modelli interpretativi difformi. Dopo le incertezze generate dalla sospensione parziale del D.I. 182/2020 e dai successivi interventi correttivi, le scuole si trovano oggi nella necessità di ricondurre la materia dei PEI entro un quadro di certezza giuridica e procedurale, e il provvedimento in esame va esattamente in questa direzione.

Il decreto dirigenziale definisce con chiarezza la composizione del GLO, richiamando la presenza di tutti i docenti del consiglio di classe o del team dei docenti della sezione, dei genitori o esercenti la responsabilità genitoriale, e delle figure professionali che, a vario titolo, interagiscono con l’alunno: assistenti, educatori, operatori socio-sanitari e specialisti dell’ASL. È prevista la possibilità di integrare il gruppo con professionisti esterni, previo consenso della famiglia e nel rispetto delle norme sul trattamento dei dati personali.

La convocazione del GLO avviene con congruo preavviso, preferibilmente tramite posta elettronica istituzionale, allegando l’ordine del giorno e, quando possibile, una bozza del documento di lavoro. Il GLO è chiamato a riunirsi in tre momenti fondamentali del percorso scolastico: all’inizio dell’anno, per la redazione del PEI provvisorio; nel secondo quadrimestre, per una verifica intermedia; e infine nel mese di giugno per la valutazione finale. Ogni incontro deve essere oggetto di un verbale dettagliato che riporti la data, i presenti, gli argomenti trattati, le decisioni assunte e gli eventuali dissensi motivati. Il verbale, sottoscritto dai partecipanti, viene allegato al fascicolo personale dell’alunno e assume valore probatorio in caso di successive verifiche o contenziosi.

Particolare attenzione è dedicata alla validità del PEI, che deve essere redatto sui modelli ministeriali aggiornati, firmato da tutti i componenti del GLO e approvato con il visto del Dirigente scolastico. Il documento entra così a far parte integrante del percorso formativo dell’alunno e diviene immediatamente operativo, costituendo la base per la definizione delle ore di sostegno, delle risorse professionali e delle misure compensative e dispensative.

Dal punto di vista giuridico, il provvedimento n. 385/2025 si distingue per la sua chiarezza formale e per l’equilibrio tra garanzia dei diritti e sostenibilità amministrativa. Stabilisce procedure trasparenti, riduce l’arbitrarietà decisionale e ribadisce il ruolo del Dirigente scolastico come garante dell’inclusione e custode della regolarità degli atti. È un esempio virtuoso di come l’autonomia scolastica possa tradursi in responsabilità documentale, evitando che l’inclusione resti affidata alla buona volontà dei singoli.

Non mancano, naturalmente, alcune criticità applicative. La prima riguarda il rischio di eccessiva burocratizzazione: la moltiplicazione di verbali, firme e allegati può trasformare il GLO in un adempimento più formale che sostanziale. Al tempo stesso, la rigidità delle tempistiche fissate per la redazione e l’aggiornamento del PEI rischia di scontrarsi con la complessità dei casi concreti, specie quando le famiglie o i servizi territoriali non riescono a partecipare attivamente. Altro punto delicato è la coerenza tra PEI e profilo di funzionamento, che deve essere aggiornato in modo realistico: troppe volte le scuole si trovano a lavorare su documenti sanitari datati o generici, che non riflettono il reale livello di funzionamento dell’alunno.

Sul piano del diritto amministrativo, la mancata osservanza delle procedure fissate dal provvedimento può comportare conseguenze rilevanti: l’assenza del docente di sostegno o della famiglia, la convocazione intempestiva o la redazione su modelli superati possono costituire vizi procedimentali tali da giustificare una richiesta di rettifica o, nei casi più gravi, l’annullamento del PEI in autotutela o su ricorso. Il GLO, infatti, non è un organo consultivo ma operativo, e le sue determinazioni incidono direttamente sul diritto allo studio dell’alunno con disabilità, tutelato dall’art. 12 della Legge 104/1992 e dall’art. 24 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea.

Il caso del provvedimento n. 385/2025 mostra come, anche a livello di singolo istituto, sia possibile tradurre le norme sull’inclusione in atti chiari, coerenti e difendibili.
In un momento storico in cui il sistema scolastico è attraversato da riforme continue, dal ritorno alla programmazione annuale dell’organico, fino alla revisione delle figure di sostegno, la chiarezza procedurale diventa garanzia di equità educativa.