Il decreto Scuola n. 127/2025, approvato definitivamente alla Camera il 28 ottobre rappresenta un pacchetto organico di interventi nel mondo della scuola secondaria di II grado (ma non solo), con misure che riguardano: la riforma dell’Esame di Stato (che torna a chiamarsi “Esame di Maturità”), le supplenze e le graduatorie per le assunzioni, la conferma della continuità didattica per gli alunni con disabilità, la carta del docente e altri strumenti per docenti e ATA. Il decreto è stato approvato in via definitiva alla Camera il 28 ottobre 2025.
Riforma dell’Esame di Stato
Una delle misure maggiormente anticipate era la riforma dell’esame conclusivo del percorso della scuola secondaria di secondo grado. Con il Decreto Scuola:
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Si torna ufficialmente all’appellativo “Esame di Maturità”, a partire dall’a.s. 2025/2026.
- La struttura cambia: oltre alle due prove scritte (conforme alla tradizione recente), il colloquio orale viene ridefinito in modo più incisivo.
- Dopo l’esame, assume rilievo maggiore il percorso scolastico nel suo insieme: competenze trasversali, esperienze di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) e l’educazione civica entrano nella valutazione.
- La commissione d’esame e la composizione del collegio vengono riformate: si punta a garantire maggiore efficacia e ad evitare situazioni di “scena muta” da parte dello studente che conduce alla non ammissione.
Per le scuole sarà importante rivedere subito i protocolli interni: modulistica, informazione alle famiglie, prova orale e modalità di valutazione dovranno essere adeguati al nuovo assetto. Per gli studenti ciò significa prepararsi non solo alle discipline, ma anche alle competenze trasversali e al colloquio in chiave più ampia. Potenziale criticità riguarda la tempistica: occorrerà che siano emanati i decreti ministeriali attuativi per definire “le quattro discipline centrali” e l’assetto commissionale, per evitare incertezze nelle scuole.
Graduatorie, supplenze e assunzioni – GPS e ruoli
Il decreto interviene anche sul fronte del reclutamento del personale docente, con attenzione alle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) e alle immissioni in ruolo.
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Le GPS saranno aggiornate nel 2026 per il biennio successivo.
- È prevista una proroga biennale in alcuni casi: ad esempio per l’inserimento degli ITP (Insegnanti Tecnico-Pratici) con titolo di diploma che potranno accedere fino al dicembre 2026.
- Per le assunzioni su posti di sostegno: anche per l’a.s. 2026/2027 sarà possibile procedere con immissioni in ruolo da prima fascia GPS sostegno residui dopo le nomine ordinarie.
- Cambia anche la possibilità di cambio di provincia per supplenze: sono previsti ampliamenti in tal senso.
Le misure relative alle GPS e al reclutamento sono particolarmente rilevanti per il personale precario, ma anche per chi aspira all’immissione in ruolo. Tuttavia, l’efficacia dipenderà dalla chiarezza delle ordinanze ministeriali che disciplineranno l’aggiornamento GPS e le modalità di assunzione. Il rischio è che in mancanza di dettagli operativi si creino incertezze soprattutto nei piccoli ambiti territoriali. Inoltre, per la scuola paritaria, sarà da verificare se e come il decreto si applicherà (se applicabile).
Continuità didattica e sostegno
Un altro capitolo rilevante riguarda l’istruzione degli alunni con disabilità e il tema della continuità del docente di sostegno.
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Il decreto rafforza il principio della continuità didattica per gli alunni con disabilità: le famiglie avranno la possibilità di chiedere la conferma del docente di sostegno supplente.
- Viene ribadita la possibilità per nuovi percorsi di specializzazione per il sostegno (realizzati da INDIRE o università in collaborazione) fino al 31 dicembre 2026.
Queste misure rispondono a un’esigenza forte del sistema scolastico: garantire continuità e qualità nella didattica per alunni con disabilità. Dal punto di vista pratico, le scuole dovranno predisporre le procedure interne per raccogliere la richiesta delle famiglie e coordinarsi con gli Uffici Scolastici. Rimane da chiarire la misura dell’obbligo, l’eventuale vincolo e come saranno gestiti i casi in cui la conferma del docente non sia possibile per esaurimento del rapporto o trasferimento.
Carta del docente, bonus e strumenti per precari
Il decreto introduce novità anche sul fronte degli incentivi per i docenti.
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La Carta del Docente viene estesa anche ai docenti precari che abbiano una supplenza che termina al 30 giugno.
- Per l’anno scolastico 2025/2026 saranno definiti, tramite decreto interministeriale fissato entro il 30 gennaio, i criteri e le modalità di assegnazione della carta, con possibilità di utilizzo anche per servizi di trasporto di persone.
L’estensione della carta ai precari è un segnale significativo di inclusione e riconoscimento del ruolo del docente non di ruolo. Tuttavia, è opportuno che le scuole e gli uffici competenti forniscano un’informazione tempestiva: requisiti, modalità di accesso, polizze attive, utilizzo. L’inclusione dei servizi di trasporto può rappresentare un ampliamento interessante, ma occorre verificarne la concreta applicabilità.
Educazione civica, voto di condotta e cittadinanza
Il testo del decreto interviene anche su altre questioni trasversali.
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Il voto in condotta e la cittadinanza assumono rilievo nella valutazione finale degli studenti nel percorso della scuola secondaria. In particolare, lo studente che non partecipa al colloquio dell’esame o lo fa in modo “silenzioso” (scena muta) rischia la non ammissione.
- L’educazione civica integra il percorso e la valutazione dell’Esame di Stato.
Queste misure richiedono attenzione nella comunicazione alle famiglie e agli studenti del valore attribuito alla condotta, alla cittadinanza attiva e all’impegno. Le scuole dovranno aggiornare i regolamenti interni e i piani di valutazione, affinché vi sia trasparenza e coerenza con gli obiettivi della riforma.
Organizzazione degli Istituti Tecnici e Professionali – Modello “4+2”
Infine, il decreto prevede novità anche per il sistema tecnico-professionale.
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Rinforzo della filiera tecnico-professionale “4 + 2” (quattro anni di corso + due di specializzazione) per favorire l’alternanza scuola-lavoro e l’integrazione con il mondo produttivo.
- Ampliamento delle opportunità per gli ITP diplomati fino al 2026.
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Questo aspetto è rilevante per le istituzioni tecniche e professionali, che necessitano di un orizzonte stabile per progettare i percorsi formativi. Occorre però che vengano definiti tempi, risorse e modalità operative (ad esempio PCTO, alternanza, rapporto con le imprese). Per chi segue il contenzioso scolastico, si potrebbe aprire un filone in merito a come viene garantita la qualità del percorso “4+2” e la corretta informazione agli studenti e alle famiglie.
Impatti e questioni aperte
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Tempistiche attuative: gran parte delle misure richiede l’emanazione di decreti attuativi, ordinanze ministeriali o circolari esplicative. In assenza di questi, il rischio è che la norma resti “a metà strada”.
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Scuola paritaria e convenzionata: occorre verificare se e come le norme (in particolare riguardo al sostegno, agli ITP, alle GPS) si applicano anche in ambito paritario, e con quali modalità.
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Contenzioso scolastico: data la mole di novità, è lecito attendersi richieste di chiarimento, ricorsi e azioni sindacali su questioni come continuità didattica, graduatorie, valutazione d’esame. Nel suo segmento professionale, potrebbe essere utile predisporre schede operative per gli istituti e per i docenti.
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Comunicazione e trasparenza: per l’efficacia della riforma sarà fondamentale che le scuole, le famiglie e gli studenti siano tempestivamente informati su regole, scadenze e criteri.
Il Decreto-Legge n. 127/2025 dà un forte impulso al sistema scolastico secondario italiano, con una serie di interventi che vanno dal “ritorno” dell’esame di maturità rivisto nella struttura, all’ampliamento dei diritti del personale, fino ad un’attenzione rinnovata per la continuità didattica e la filiera tecnico-professionale. Tuttavia, l’efficacia reale delle misure dipenderà dalla qualità e rapidità dell’attuazione, dalla chiarezza delle modalità operative e dall’accompagnamento che verrà dato alle scuole e agli operatori. Per chi si occupa di contenzioso scolastico, il decreto rappresenta un terreno fertile per analisi, vigilanza e assistenza ai portatori di interesse.










