«La complessità significa...pensare senza mai chiudere i concetti, spezzare le sfere chiuse, comprendere la multidimensionalità, di pensare con la singolarità, con la località, con la temporalità, senza dimenticare le totalità integratrici. Non ci si può accostare alla complessità attraverso una definizione preliminare: non c'è una complessità, ma delle complessità. In ogni modo la complessità si presenta come difficoltà e come incertezza, non come chiarezza e come risposta. Il problema è di saper rispondere alla sfida della incertezza e della difficoltà» (Edgar Morin).

La legittimazione delle competenze

L’art. 25 del D.l.gs 30 marzo 2001 e successive modifiche, recante “Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”, attribuisce al dirigente scolastico la gestione unitaria dell'istituzione, la responsabilità della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio, autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane e l’organizzazione dell'attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia formative. Inoltre. “nell'esercizio delle competenze, il dirigente scolastico promuove gli interventi per assicurare la qualità dei processi formativi e la collaborazione delle risorse culturali, professionali, sociali ed economiche del territorio”.

L’articolo 1 comma 14 della legge 13 luglio 2015, n. 107 recante, “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, che ha sostituito l’art. 3 del D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275, dispone che “Ogni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue componenti, il piano triennale dell'offerta formativa, rivedibile annualmente…Il piano è coerente con gli obiettivi generali ed educativi dei diversi tipi e indirizzi di studi, determinati a livello nazionale a norma dell'articolo 8, e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell'offerta formativa. Il piano è elaborato dal Collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico.

Successivamente sono state emanate diverse note ministeriali che non dicono nulla circa la strutturazione dell’Atto di indirizzo né offrono una riflessione giuridica sulla “natura” dell’atto, salvo a trovare qualche elemento di interpretazione negli artt. 4/6 del D.l.gs 165/2001 e alle interconnessioni tra Atto di indirizzo, PTOF, RAV e PdiM. La prima nota MIUR 11/12/2015 n. 2805: Orientamenti per l’elaborazione del Piano Triennale dell’offerta formativa, nel richiamare il comma 14 della legge 107/15 sottolinea “il ruolo strategico del dirigente scolastico nell’esercizio della sua attività di indirizzo, di gestione e di impulso alle innovazioni” previste dalla citata legge. La nota 17/05/2018 n. 1143, Autonomia scolastica quale fondamento per il successo formativo di ognuno suggerisce, tra l’altro, in previsione del rinnovo del Piano Triennale dell'Offerta Formativa, di avviare nei Collegi docenti, nei Dipartimenti disciplinari, nei Consigli di classe e di interclasse, una riflessione sull'evoluzione del contesto normativo ed organizzativo della scuola italiana, di promuovere l’elaborazione di curricoli verticali e di porre molta attenzione ai Bisogni educativi speciali (BES) nella prospettiva della personalizzazione. Nella nota 16/10/2018,n.17832: Il Piano triennale dell'offerta formativa (PTOF) 2019/2022 e la Rendicontazione sociale (RS), peraltro, viene proposto un “modello” di PTOF strutturato in sintonia con gli elementi del Rapporto di autovalutazione (RAV). La nota MIM 27/09/2024, n. 39343, Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) – indicazioni operative in merito ai documenti strategici delle istituzioni scolastiche (Rapporto di autovalutazione, Piano di miglioramento, Piano triennale dell’offerta formativa), fornisce utili e sintetiche indicazioni operative per l’aggiornamento dei documenti strategici, come ad esempio l’aggiornamento del curricolo di educazione civica.

Nel corso degli anni i dirigenti scolastici hanno “ideato” Atti di indirizzo efficaci, coerenti e adeguati alle esigenze della propria scuola, anche in una sorta di “ideazione ed elaborazione comparativa”. Alla luce della normativa e di quanto argomentato, si ritiene che possa tornare utile una pianificazione strategica strutturata secondo le seguenti fasi...

Articolo di Tullio Faia, continua sulla rivista RASSEGNA NORMATIVA N. 10