Il Ministero lancia un piano straordinario per formare insegnanti specializzati in tempi rapidi. Indire e università insieme per colmare il vuoto di organico.Una delle più grandi operazioni di formazione nella scuola italiana è ufficialmente partita. Circa 60mila insegnanti precari avranno accesso a nuovi percorsi di specializzazione per diventare docenti di sostegno. La misura, promossa dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, nasce per far fronte alla cronica carenza di personale qualificato, in particolare nelle regioni settentrionali, dove il fabbisogno è diventato strutturale.
I dati evidenziano un quadro allarmante soprattutto al Nord: la Lombardia, da sola, ha bisogno di 11.756 docenti specializzati, seguita dal Piemonte con 7.098 e dal Veneto con 5.824. Anche regioni come la Toscana (4.970) e l’Emilia-Romagna (4.288) presentano esigenze consistenti. Il maggiore fabbisogno riguarda la scuola primaria, con quasi 25mila posti. Seguono le medie (12.502), le superiori (9.572) e l’infanzia (6.174).
Il piano straordinario, previsto dal Decreto Legge 71 del 2024, è stato definito attraverso due decreti attuativi firmati dal ministro Giuseppe Valditara, frutto di un ampio confronto con altri ministeri, l’Osservatorio per l’inclusione scolastica, i sindacati e il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.
Il primo percorso è pensato per chi ha maturato almeno tre anni di servizio su posti di sostegno, senza però avere la specializzazione. Questo itinerario formativo, disciplinato dal DM 75/2025, prevede 40 crediti formativi universitari (CFU) e ha una durata minima di quattro mesi.
Il secondo, regolato dal DM 77/2025, è rivolto a docenti che hanno ottenuto la qualifica all’estero. In questo caso, sono previsti due itinerari: uno da 48 CFU per chi non ha esperienza sul campo e uno da 36 CFU per chi ha almeno un anno di attività nel grado scolastico richiesto. Per accedere, è necessario che la formazione estera sia stata effettuata in un Paese UE, abbia una durata minima di 1500 ore (o 60 CFU) e che il candidato abbia già avviato la richiesta di riconoscimento, rinunciando a eventuali contenziosi pendenti entro il 1° giugno 2024.
Data l'insufficienza dell’offerta formativa universitaria, entra in gioco Indire – l’ente di ricerca e formazione controllato dal Ministero – che supporterà gli atenei nella gestione dei corsi, garantendo così un numero di posti adeguato alla domanda. Chi presenta i requisiti potrà iscriversi a un solo percorso, scegliendo tra università e in caso di saturazione dell’offerta universitaria, le domande in eccesso saranno gestite da Indire.
Il costo della formazione varierà in base al percorso: si va da un massimo di 2.500 euro per i corsi più lunghi fino a 900 euro per i percorsi ridotti. I corsi si terranno principalmente online, con lezioni sincrone e un piccolo margine di attività asincrone. Restano obbligatori in presenza sia i laboratori didattici – differenziati per grado scolastico – sia il tirocinio, che si svolgerà nelle scuole.
Tutti gli esami si terranno in presenza, compresa la prova finale che prevede un elaborato scritto e un colloquio orale davanti a una commissione composta dal direttore del corso, due docenti e un membro esterno indicato dall’Ufficio Scolastico Regionale.
La conclusione dei percorsi è fissata entro il 31 dicembre 2025. Un termine serrato per una missione fondamentale: colmare il vuoto formativo e assicurare agli studenti con disabilità il pieno diritto a un’istruzione inclusiva e di qualità.