È stato approvato con voto di fiducia il Decreto Legge 45/2025, che introduce nuove disposizioni per l’attuazione del PNRR e l’avvio del prossimo anno scolastico 2025/2026. Il provvedimento, pur affrontando alcuni nodi del settore istruzione, suscita forti perplessità: le misure varate risultano in parte insufficienti, in alcuni casi peggiorative, soprattutto sul fronte del precariato e del funzionamento degli istituti.

Vediamo nel dettaglio i principali interventi.

Scuola: le novità principali

Assunzione e reclutamento docenti

Il decreto interviene sulle procedure concorsuali, consentendo l'inserimento nelle graduatorie PNRR del 30% degli idonei non vincitori. Vengono inoltre istituiti elenchi regionali per i concorsi banditi dal 2020, da utilizzare per le assunzioni dal 2026/27, seguendo l’ordine cronologico. Prorogate al 31 dicembre 2025 le immissioni in ruolo per chi sarà inserito in graduatorie pubblicate tra settembre e dicembre dello stesso anno. I docenti assegnati dovranno accettare la sede entro cinque giorni, pena la decadenza.

Tra le novità dell’iter parlamentare, troviamo l’introduzione di graduatorie ad esaurimento per l’educazione motoria alla primaria e per gli idonei del concorso straordinario 2020, nei limiti delle possibilità assunzionali residue. I candidati che otterranno l’abilitazione entro fine dicembre 2025 potranno essere assunti a partire da tale data.

Riforma degli istituti tecnici

Viene avviata la riorganizzazione dell’istruzione tecnica prevista dal PNRR (Missione 4, Componente 1). A partire dal 2026/2027, le prime classi saranno coinvolte nel nuovo ordinamento, che si completerà nel 2030/2031 con le quinte.

La riforma prevede l’adozione di un nuovo profilo educativo e la certificazione progressiva delle competenze. Tuttavia, i documenti allegati al decreto risultano poco dettagliati rispetto ai precedenti ordinamenti: mancano le indicazioni sulle singole discipline e sui quadri orari precisi.

Preoccupano inoltre:

  • l’anticipo dell’alternanza scuola-lavoro (PCTO) già al secondo anno;

  • l’eccessiva enfasi sulla personalizzazione, a discapito dell’equità educativa;

  • la stretta connessione con i fabbisogni locali delle imprese.

Il tutto avviene senza risorse aggiuntive e con una riduzione di 560 posti di docente, secondo quanto riportato dalla relazione tecnica.

Carta del docente

Dal 2025/26 la carta sarà utilizzabile anche per prodotti dell’editoria audiovisiva. I criteri e l’importo verranno stabiliti con apposito decreto, ma si prevede una riduzione del valore nominale, poiché l’estensione del beneficio ai supplenti annuali non è accompagnata da risorse aggiuntive.

Scuole paritarie

Viene limitata la possibilità di attivare classi terminali collaterali: una sola per indirizzo, previa autorizzazione dell’USR. Rafforzati i controlli sugli esami, soprattutto in caso di “salti” di anni. Le scuole paritarie dovranno inoltre adeguarsi a standard di digitalizzazione amministrativa.

Dirigenti scolastici e personale amministrativo

  • Estesa al 2025/26 la mobilità interregionale dei dirigenti fino al 100% dei posti disponibili.

  • Incrementato il Fondo Unico Nazionale per i dirigenti scolastici con 6 milioni annui (2025 e 2026), ma a discapito del fondo per la valorizzazione del sistema scolastico.

  • La selezione dei 101 funzionari per gli USR sarà organizzata su base regionale, affidata a Formez. Il costo previsto aumenta da 200 mila a oltre 1,6 milioni di euro, coperto da un ulteriore taglio ai fondi di funzionamento scolastico.

Prevenzione e formazione

Stanziato 1 milione di euro per la formazione dei docenti sulle dipendenze e il disagio giovanile, da utilizzare nel 2025.

Edilizia e libri di testo

  • Incrementati di 10 milioni annui (2025 e 2026) i fondi per l’edilizia scolastica.

  • Aumentate le risorse per garantire libri di testo gratuiti o semi-gratuiti agli studenti in obbligo scolastico: +1 milione per il 2025, +3 milioni per il 2026 e 2027.

Filiera tecnologico-professionale

Viene introdotta una nuova figura dirigenziale a supporto della filiera formativa tecnico-professionale promossa dal Ministero. I costi, pari a circa 145mila euro, saranno coperti da fondi già destinati al personale scolastico.