Un alunno del nostro Istituto ha subito un sinistro durante l'attività di educazione fisica. Il docente ha fatto opportuna segnalazione all'Istituto e, al ricevimento del certificato medico di Pronto Soccorso, la scuola ha effettuato formale denuncia all'INAIL e alla Compagnia Assicurativa. L'assicurazione risponde che il sinistro non può essere gestito in quanto il certificato medico è stato prodotto dal Pronto Soccorso dopo le 24 ore dall'evento.
E' corretto?

Per rispondere, è necessario approfondire il concetto di nesso causale o nesso eziologico, ossia il rapporto che lega il fatto dannoso al danno stesso.

Il nesso causale: Definizione e importanza

Il nesso causale è fondamentale per stabilire se un evento dannoso può essere imputato a una persona o a una situazione specifica. Questo concetto, in ambito penale, trova il suo fondamento negli articoli 40 e 41 del Codice Penale, secondo cui un danno è attribuibile a un soggetto solo se è una conseguenza diretta del suo comportamento.

In ambito civile, il legislatore non ha fornito una definizione specifica di nesso causale. Per molti anni, la giurisprudenza civile ha seguito i principi del diritto penale, applicandoli anche alla responsabilità civile.

Tuttavia, negli ultimi anni, si è affermata la necessità di differenziare i due ambiti.

La responsabilità penale si concentra sul punire comportamenti illeciti, mentre quella civile mira a individuare chi debba risarcire economicamente un danno. Di conseguenza, il nesso causale in ambito civile si basa su criteri più flessibili, tenendo conto di molteplici fattori che possono influire sul legame tra causa ed effetto.

Il ruolo del nesso causale nelle assicurazioni

Nelle polizze assicurative, la prova del nesso causale è cruciale. L’assicurato deve dimostrare chiaramente la relazione tra la causa del danno e il danno stesso. In altre parole, il danneggiato deve provare che il danno subito è direttamente collegato all’attività o alla situazione coperta dalla polizza.

Se questa prova manca, l’assicuratore potrebbe legittimamente rifiutare la liquidazione del sinistro.

Nel caso specifico, la Compagnia Assicurativa identifica il certificato medico come elemento chiave per stabilire il collegamento tra l’evento accaduto durante l’attività fisica e il danno riportato. Se il certificato è stato rilasciato oltre le 24/48 ore dall’evento, l’assicuratore potrebbe sollevare dubbi sull’esistenza di una relazione diretta.

Le variabili: Tempistiche e documentazione

Sebbene il certificato medico emesso entro le 24 ore sia spesso considerato una prova fondamentale, la casistica è molto ampia. Non è raro che un trauma inizialmente ritenuto lieve si manifesti più grave solo con il passare del tempo. Questo avviene frequentemente in ambito scolastico, dove un infortunio può essere sottovalutato dall’alunno o dai genitori, portando a una visita medica tardiva.

In tali situazioni, diventano particolarmente rilevanti altri elementi di prova:

  • La dichiarazione del docente presente al momento dell’infortunio, che può confermare la dinamica dell’evento.
  • Il certificato medico stesso, che, sebbene rilasciato tardivamente, può contenere dettagli utili a stabilire il nesso causale.

Le condizioni contrattuali e la documentazione dettagliata

Per prevenire contestazioni simili, è fondamentale attenersi scrupolosamente alle indicazioni della polizza assicurativa. Ogni compagnia definisce tempistiche e modalità precise per la denuncia dei sinistri, che devono essere rispettate per evitare rifiuti di liquidazione.

Nel caso in questione, anche se il certificato è tardivo, una documentazione dettagliata e coerente – comprese le dichiarazioni del docente e del medico – potrebbe risultare utile per dimostrare il nesso causale.

Tuttavia, ogni evento è unico e richiede un’attenta valutazione da parte della compagnia.

Seguire le procedure previste e agire tempestivamente rimane sempre il modo migliore per tutelare il diritto al risarcimento.